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In Italia la mancata riuscita rivoluzionaria del 1923 in Germania non è mai stata affrontata nonostante il fatto che in quel tentativo siano stati coinvolti all'incirca un milione di lavoratori e varie centinaia di migliaia di comunisti, non soltanto tedeschi, cosa che nella storia non si era mai verificata prima. Questa vicenda segnò il futuro della III Internazionale Comunista, costituita a Mosca nel 1919, che non troverà più il modo di risollevarsi da una sconfitta avvenuta, praticamente senza combattimento, nell'area geopolitica allora più importante dal punto di vista del comunismo. Studiare la dinamica di quello che non è stato l'"Ottobre tedesco", individuando le cause del "fiasco", è lo scopo di questo saggio che si avvale anche di documenti resi accessibili dall'apertura degli archivi dell'ex Unione Sovietica. L'autore ritiene che i motivi veri della sconfitta tedesca siano riconducibili soprattutto al mancato riconoscimento dell'idea che la rivoluzione comunista doveva avere carattere popolare o non sarebbe stata. In appendice si trovano testimonianze di Heinrich Brandler, principale dirigente comunista tedesco nel 1923, e scritti dello storico Isaac Deutscher.